Al Convegno Anica “Banche & cinema 2012: strategie, sinergie e percorsi innovativi” organizzato da ABI, Anica e Biennale svoltosi il 6 settembre nell’ambito della Mostra cinematografica di Venezia, Nicola Borrelli, Direttore per il cinema, annuncia l’intenzione del Ministro Ornaghi di stabilizzare il Tax credit al settore e di estenderlo oltre il 2013.
Il Direttore per il cinema Nicola Borrelli ha reso pubblici i dati sull’applicazione del Tax credit esterno, ossia rivolto a imprese non appartenenti al settore cinematografico negli ultimi due anni. Il risultato è nettamente positivo: sono stati richiesti interventi di finanziamento da 151 imprese, che hanno generato un credito d’imposta per 80 milioni di euro, ossia il doppio dell’impegno diretto dello Stato per il cinema.
Borrelli ha riportato al Convegno la volontà del Ministro Ornaghi di proporre al Governo l’estensione ai prossimi anni il provvedimento relativo al tax credit per le imprese cinematografiche, in scadenza nel 2013, già a partire dal prossimo Decreto sulla stabilità che il Governo Monti sta elaborando.
Il Convegno ha messo a confronto le esigenze del mondo della produzione cinematografica con quello degli Istituti di credito, i quali, negli ultimi anni, hanno riconosciuto al settore cinematografico una capacità imprenditoriale molto alta.
“E’ necessario estendere alle imprese private questa fiducia che il mondo della finanza e del credito ha riconosciuto al settore cinematografico” ha affermato il Presidente dell’Anica, Riccardo Tozzi. Tozzi ha sottolineato come il mondo dell’impresa culturale sia il comparto che dovrebbe costituire la punta di diamante dello sviluppo per l’Italia.
“Dobbiamo fare sistema perché ciò sia possibile e non continuare ad andare ciascuno per conto proprio. Tutto il mondo dell’industria culturale deve lavorare per porsi obiettivi comuni di sviluppo. E’ il lavoro più importante che ci attende, insieme a quello di potenziare le strutture di mercato per aumentare le risorse interne del settore”, ha concluso Tozzi.
Un suggerimento colto al volo dal Direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, che ha inquadrato il rapporto tra banche e cinema “come un momento e una necessità per costruire un nuovo modello di sviluppo, che veda nella valorizzazione delle risorse culturali un leva per far ripartire la crescita. La cultura deve essere sempre più ‘il petrolio’ del nostro paese”. In questo scenario rientra ovviamente l’industria cinematografica come veicolo chiave di promozione dell’immagine dell’Italia all’estero e del Made in Italy: “Le banche – ha aggiunto Sabatini – devono potenziare la capacità di valorizzare più attentamente le idee di investimento. Un ottimo supporto verrà dalla possibilità per il settore creditizio di acquisire la garanzia del Fondo per le Pmi per migliorare il merito di credito dei progetti filmici”.
Gli interventi dei rappresentanti degli Istituti di credito hanno tutti rilevato i punti positivi così come quelli critici dell’introduzione del Tax credit per il cinema: Alberto Baldini, Responsabile del settore cinema della Bnl – Gruppo Bnp Paribas, ha rilevato come il cinema sia un elemento costitutivo del lavoro del suo Istituto, e che i 21 film che dal 2010 a oggi sono stati oggetto di un investimento di Bnl abbiano avuti buoni rendimenti. Identica posizione è stata espressa da Samuele Sorato, Direttore generale della Banca popolare di Vicenza, che sull’opportunità del Tax credit per il cinema ha costruito un modello di sviluppo commerciale, anche grazie a una nuova società di Merchant bank appositamente costituita.
Secondo Carlo Stocchetti, Dg di Mediocredito italiano, il settore cinematografico italiano deve fare un salto di qualità per svilupparsi e crescere: ancora oggi il 60 per cento degli imprenditori del settore non ritiene la banca un reale partner. Mediocredito italiano – ha dichiarato Stecchetti – ha l’obiettivo di diventare un partner finanziario a medio/lungo termine”.
Stocchetti, così come gli altri rappresentanti delle banche, si è detto certo che il Fondo centrale di garanzia per le Pmi del Ministero per lo sviluppo economico sarà uno strumento strategico per favorire un nuovo tipo di relazione tra l’impresa cinematografica e le banche.
E l’intervento di Claudia Bugno, Presidente del Comitato che gestisce tale Fondo, ha descritto, ai numerosi intervenuti al Convegno, la funzione della garanzia pubblica, che è volta essenzialmente a limitare il rischio degli Istituti di credito nella loro esposizione verso le imprese produttive. “Il tessuto economico italiano è composto essenzialmente da piccole e medie aziende, che è nostro compito istituzionale supportare con misure come il Fondo di garanzia, che è per lo Stato a costo zero ed è però capace di ottener grandi risultati.”
Mario La Torre, Professore ordinario di economia degli intermediari finanziari alla Sapienza di Roma, ha messo l’accento su alcuni aspetti critici dell’applicazione del Tax Credit, che, in questa prima fase, a suo avviso, ha privilegiato le aziende cinematografiche già strutturate finanziariamente, lasciando indietro una miriade di idee, prodotti e aziende che non sono stati toccati dai provvedimenti fiscali.
Nelle conclusioni, Angelo Barbagallo, presidente dei Produttori dell’Anica, ha rimarcato gli aspetti molto positivi dell’impatto del Tax credit sul settore, osservando come ci sia la necessità di aumentare il plafond delle agevolazioni fiscali, ora fermo a 2 milioni e mezzo di euro per ogni singola impresa, e di dare la possibilità di accesso al Tax credit anche a società di intermediazione, sul modello delle Sofica francesi, per costituire gruppi di opere filmiche, anche differenziati nel genere e nel volume di investimenti, che possano accedere alle agevolazioni.