ABI e Antimafia: iniziative comuni contro la criminalità

(2 ottobre 2013) ​Incontro tra il Presidente dell’ABI, Patuelli e il Direttore della Dia, De Felice. Impegno delle banche e dell’ABI per l’innovazione dell’organizzazione giudiziaria e per un confronto su nuove forme di collaborazione per il contrasto alla criminalità organizzata.  


​Banche e giustizia. Un binomio che funziona e che vede il mondo bancario impegnato in prima fila a sostegno del mondo della giustizia anche attraverso una serie di nuove iniziative. Questo il tema al centro dell’incontro odierno tra il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli e il Direttore della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), Arturo De Felice.
“Le banche sono impegnate in un’intensa e proficua collaborazione con Magistratura e Forze dell’ordine”, ha dichiarato il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli. “Il nostro comune obiettivo è rafforzare e intensificare la collaborazione tra banche, magistratura e forze dell’ordine per sempre nuove iniziative contro la criminalità. Un sistema giudiziario  moderno è un fattore cruciale di competitività per il nostro sistema economico” ha concluso Patuelli.
Nell’ottica di perseguire una maggiore efficienza degli strumenti di indagine, l’Abi chiede sia data quanto prima attuazione alla norma che consente l’utilizzo, anche nelle indagini penali, della procedura telematica in uso per le indagini tributarie.
Numerose le forme di collaborazione che si stanno sviluppando tra Abi, il mondo bancario e la giustizia: la diffusione del Processo Civile Telematico; la collaborazione per il funzionamento del Fondo Unico Giustizia; il Protocollo per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; il contributo per la realizzazione del sistema telematico delle indagini finanziarie a fini fiscali e la costituzione dell’Archivio dei rapporti finanziari. 
Nella prospettiva di modernizzazione, un contributo importante viene dalla attività del Consorzio CBI che, con la sua moderna infrastruttura, rende sempre più efficiente il dialogo tra intermediari, pubblica amministrazione e organi inquirenti. Un modello per future iniziative il progetto internazionale CAPACI che consente al MEF il monitoraggio dei movimenti finanziari connessi alla realizzazione di grandi opere pubbliche impedendo l’infiltrazione di capitali di origine illecita.