Banche ben patrimonializzate rispetto a media europea

(27 giugno 2013) Lo scenario regolamentare che si applicherà dal 1° gennaio 2014 e i suoi effetti sull’economia. Questi i temi della due giorni del Forum Basilea3 organizzato dall’ABI che prende il via oggi.

​Al via il Forum Basilea3, l’appuntamento annuale dell’ABI dedicato alla normativa sui requisiti di capitale, allo sviluppo dello scenario regolamentare e agli effetti sull’economia reale. Al centro della due giorni che si apre oggi, la panoramica sulle scadenze per l’implementazione delle regole di Basilea3 che entreranno in vigore il 1 gennaio 2014 e l’analisi sulle implicazioni concrete per il mondo bancario e per il mondo produttivo nazionale. Tra le questioni ancora aperte a livello internazionale, la definizione delle discrezionalità nazionali; la necessità di standard tecnici e regolamentari che assicurino un piano di gioco livellato; l’individuazione dei tempi di implementazione lasciati alle banche dopo l’approvazione definitiva del pacchetto e la sua contestualizzazione nel più ampio obiettivo dell’Unione bancaria.
“Le banche italiane –  ha sottolineato il Direttore dell’Abi, Giovanni Sabatini, aprendo i lavori del convegno – hanno una qualità del capitale migliore rispetto a quelle di altri Paesi pur scontando una bassa redditività e un notevole aumento delle sofferenze. Se si tiene conto delle regole di Basilea 3, i maggiori gruppi italiani risultano già oggi più capitalizzati dei concorrenti europei”.
“Con grande senso di responsabilità – ha continuato Sabatini –  le banche italiane hanno scelto di mantenere inalterata la loro vocazione di banca tradizionale. Il nostro modello si è rivelato vincente ed è nell’interesse del Paese che non venga meno”. Il Direttore generale dell’ABI ha aggiunto che “E’ opportuno, dunque, rimuovere quegli svantaggi competitivi di natura regolamentare che incidono sulla redditività dell’attività bancaria tradizionale che rischiano di rendere insostenibile nel lungo periodo il modello di business di banca commerciale”.
“In un quadro recessivo, come quello attuale – ha sottolineato Sabatini – le regole devono tener conto delle difficoltà reali, delle aspettative negative delle imprese, dell’assenza di incentivi ad investire. E’ un momento difficile per tutti. Le banche italiane hanno visto ridursi la raccolta sui mercati internazionali, aumentare i costi con un peggioramento della qualità e un aumento del rischio di credito, le sofferenze hanno raggiunto livelli elevati”. 
“La valutazione della qualità del credito delle banche spesso è condotta sulla base di confronti internazionali tra banche di Paesi diversi, e con riferimento a dati ufficiali sui crediti deteriorati. Tali dati, che riflettono i valori indicati nei bilanci bancari, però, non sono completamente comparabili. Per il momento, non esistono, infatti, regole e prassi comuni in Europa nella definizione dei crediti deteriorati, come evidenziato dalla ricerca realizzata da PricewaterhouseCoopers. Lo studio è stato inviato all’attenzione delle Autorità nazionali ed europee per sottolineare l’urgenza  di rendere omogenee le pratiche di vigilanza in Europa” ha concluso Sabatini.