Banche ‘maglia rosa’ nell’occupazione femminile

Nel corso della due giorni dedicata a “Donne, banche e sviluppo” è emerso che si assottiglia il divario occupazionale con gli uomini nel settore bancario e, nel quadro complessivo della crisi, il ruolo femminile si impone come fattore culturale ed “economico” strategico per la ripresa. Per il Presidente ABI Giuseppe Mussari servono riforme strutturali per coniugare livelli di occupazione e progresso sociale 


Banche italiane verso un progressivo cambiamento nella struttura occupazionale del settore orientato, con buone prospettive, verso il personale femminile. Secondo i dati più recenti, al 31 dicembre 2011, le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43% dell’occupazione complessiva. Più della metà dei neo assunti sono donne. Tra il 2015-2017 è prevedibile che si raggiunga la parità di presenza con gli uomini nel sistema bancario.È quanto emerso, il 25 settembre a Roma, nel corso del convegno ABI “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia passo per crescere”. Un momento di confronto e una necessaria riflessione su molti aspetti che riguardano le donne; dai percorsi di carriera, ai divari retributivi, all’imprenditorialità femminile. Ma soprattutto, in generale, sul peso sociale della crisi, che scaricandosi in gran parte sulle famiglie, vede le donne sempre più al centro di un ruolo strategico da inquadrare come leva per la crescita.In questo senso l’Italia, in prospettiva, deve accelerare il passo in Europa: Il livello rimane ancora inferiore rispetto ai principali Paesi europei, ma il nostro Paese appare in netto recupero. Negli ultimi 5 anni (2005-2010) l’incremento della presenza femminile è secondo solo a quello registrato in Spagna ed è pari a quasi un punto percentuale all’anno.“Le donne italiane – ha dichiarato il Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari – stanno dimostrando una capacità di adattamento alla crisi superiore a quella degli uomini. Non sfugge a nessuno come il tema delle donne nell’economia del Paese sia strategico. Non si può più tardare. Occorre andare, attraverso riforme strutturali, verso il superamento di tutti i vincoli che frenano lo sviluppo delle carriere femminili e l’accesso alle posizioni più elevate, anche a causa dei prevalenti legami con la cura della famiglia”. Mussari ha ricordato che il settore del credito è in prima linea nel sistema produttivo nazionale quanto a valorizzazione delle risorse femminili: “Prova ne è – ha detto – l’ultimo rinnovo contrattuale con forme di flessibilità che consentono di poter gestire, meglio che altrove, il tempo di lavoro, compatibilmente con quello dedicato agli altri impegni della vita quotidiana”.In particolare si possono evidenziare due aspetti precisi:

  • dal lato delle dipendenti, le agevolazioni delle imprese bancarie nell’assunzione di donne in “aree svantaggiate”, come prevede il Fondo per l’occupazione;

  • dal lato delle consumatrici, un più agevole accesso ai servizi bancari adeguando gli orari di sportello ai mutati tempi della città.