Basilea 3: fisco penalizza banche italiane in vista esame BCE

​5 dicembre 2013) Unione Bancaria europea, quadro attuale e prospettive future, l’agenda delle misure previste da Basilea 3 per il 2014, il ruolo della Banca Centrale Europea e i rapporti con le Autorità nazionali in vista dell’Asset Quality Review sulle banche. Questi i temi dell’odierno convegno organizzato dall’ABI sulla vigilanza prudenziale.
 

​Lo scenario regolamentare in evoluzione, lo spostamento dell’attività di vigilanza dalle singole Autorità nazionali alla Banca Centrale Europea e l’avvio delle nuove regole del pacchetto Basilea 3 che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2014 con impatti sulle regole di governance e sulla vigilanza prudenziale. Questi i temi del convegno di oggi organizzato dall’ABI, “Basilea 3, CRD 4 e Unione Bancaria: Evoluzione o rivoluzione?”, e al centro del confronto tra regulators nazionali e internazionali, economisti e rappresentanti del mondo bancario.
“Siamo ottimisti, la valutazione degli asset bancari che la Bce effettuerà nei prossimi mesi in vista dell’avvio della vigilanza unica non riserverà brutte sorprese per le banche italiane” – così il Direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, ha commentato l’esame che la Banca Centrale Europea si appresta a fare sui bilanci delle banche italiane ed europee nel 2014, un esercizio che coinvolge 130 istituti la cui valutazione comprenderà un’analisi dei rischi ai fini della vigilanza, un esame della qualità degli attivi e una prova di stress.
“Le banche italiane sono ben patrimonializzate rispetto alla media europea – ha aggiunto Sabatini – hanno una qualità del capitale migliore rispetto a quelle di altri Paesi, pur scontando una bassa redditività e un notevole aumento delle sofferenze. Il rischio è che il forte peso della tassazione possa penalizzare gli istituti di credito italiani proprio alla vigilia dell’avvio dell’Unione bancaria europea e non favorire gli esami che nel 2014 saranno effettuati con modelli unici in tutta Europa e su tutte le banche europee. E’ necessario, perciò, lavorare per rendere omogeneo il terreno di confronto internazionale sul tema della qualità delle attività bancarie e per stabilire uguali condizioni di partenza per l’Italia rispetto al mercato unico europeo”.
“Ogni appesantimento della pressione fiscale sul comparto bancario – ha proseguito il Direttore generale dell’ABI – grava non solo sulle banche ma sul complesso dell’economia produttiva. E’ opportuno che l’Unione bancaria non sia più percepita come una variabile indipendente che riguarda solo le banche, ma come una variabile che riguarda la pienezza delle economie dei paesi membri. Sarebbe sbagliato pensare che si tratti solo di una questione relativa al mondo bancario e alla BCE, è una realtà che coinvolge in toto tutte le economia europee, in tutti i loro comparti produttivi”. “Siamo convinti che dalla crisi non si esca con meno Europa, ma con più Europa. Non possiamo e non dobbiamo rimandare oltre la realizzazione dell’Unione bancaria. E’ un ulteriore passo in avanti verso il completamento dell’unione economica europea” ha concluso Sabatini.