(9 novembre 2013) Nasce l’Osservatorio per il contrasto all’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione del credito e per la promozione di iniziative finalizzate a garantire maggiore efficacia e coerenza alle attività di controllo sugli operatori. Queste le linee guida del Protocollo d’intesa, firmato oggi a Roma, da Oam – l’Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi – e dalle dodici Associate (ABI, Afin, Assifact, Assilea, Assofin, Assomea, Assoprofessional, Andafin, Fenafi, Fiap, Fimec, Ufi) e aperto all’adesione di tutte le altre associazioni di settore.
L’Osservatorio, costituito presso l’Oam con un rappresentante per ogni firmatario dell’accordo, si occuperà di:
- analizzare le caratteristiche quali/quantitative del fenomeno dell’abusivismo nel mercato dell’intermediazione del credito, con particolare riferimento a modelli e prassi emergenti, e degli effetti delle iniziative poste in essere ai sensi del presente protocollo;
- condividere con le Autorità di Vigilanza competenti i risultati di tali analisi al fine di possibili interventi da parte delle Autorità stesse;
- verificare la possibilità di promuovere modifiche regolamentari per ottimizzare l’efficienza e la trasparenza del mercato del collocamento dei prodotti di credito e finanziari;
- promuovere iniziative per una sempre maggiore attività di segnalazione e di contrasto al fenomeno dell’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione.
Per il raggiungimento dei migliori livelli di efficienza, professionalità e sicurezza nell’intermediazione finanziaria e creditizia, l’intesa prevede che le associazioni aderenti si impegnino a dare la massima diffusione presso i rispettivi associati alle iniziative assunte sulla base del Protocollo e a promuovere la partecipazione al progetto da parte di altre associazioni del settore non aderenti all’Oam.Anche l’attenzione del cittadino/consumatore in questo caso è importante. Infatti, prima di sottoscrivere un contratto, è fondamentale accertarsi che il professionista a cui ci si affida sia iscritto all’Oam (verificando sul sito organismo-am.it)