
In un contesto in cui l’ottimizzazione dell’uso delle risorse diviene imperativo, l’Associazione Bancaria Italiana ha ritenuto opportuno elaborare un rapporto di ricerca tesa a indagare le strategie, le risorse investite, le modalità di intervento che le banche in Italia adottano nel campo degli investimenti nel sociale e nella cultura (Corporate Giving), raccogliendo ed esaminando tutte le informazioni disponibili tra i suoi associati con un campione di rispondenti che rappresentano il settore con il 77% in termini di attivo e l’82% in termini di sportelli. Il biennio 2014 e 2015 rappresenta l’arco temporale al centro della ricerca e nel caso di specie la locuzione Corporate Giving (CG) ha definito l’insieme delle donazioni, elargizioni, liberalità erogate da un’impresa bancaria a favore di organizzazioni, individui e iniziative aventi utilità sociale e ambientale, funzione che può essere esercitata direttamente o tramite enti strumentali dedicati e che si esprime attraverso erogazioni monetarie oppure conferimenti in natura (proprietà, prodotti, servizi, diritti, pubblicità, volontariato, etc.). L’analisi ha fornito risultati sorprendenti, dal momento che la proiezione in funzione della capitalizzazione evidenzia che nel biennio 2014-2015, un periodo certo non facile per il mondo bancario italiano, le somme erogate e investite sono state superiori ai 500 milioni di euro, un cifra desunta con criteri più che prudenziali e che non valorizza alcune componenti in natura (come il tempo del personale dedicato o la quotazione delle attività di volontariato svolte del personale bancario) con decine di migliaia di interventi sul territorio, per valori prossimi ai 50.000 su base annua, un dato che dovrebbe essere altresì integrato con la progettualità e gli interventi di oltre 50 fondazioni aziendali.