(15 dicembre 2015) Rapporto ABI 2015: banche italiane a sostegno della ripresa e impegnate a migliorare le condizioni dei conti economici. Nell’era dell’Unione bancaria europea assicurare norme identiche per tutti gli operatori e garantire punti di partenza uguali per la competitività
In un contesto che presenta elementi molto favorevoli di ritorno alla crescita, le banche italiane stanno svolgendo un ruolo fondamentale per la ripresa accompagnando, a ritmi sempre più significativi, il ritorno di vivacità nelle decisioni di consumo e di investimento.
Allo stesso tempo, l’andamento dei bilanci bancari è risultato più favorevole rispetto agli anni precedenti, anche se non positivo sotto tutti i fronti.
Per quanto riguarda le condizioni dei conti economici, continuano a sussistere squilibri sul lato dei costi che penalizzano la competitività del settore bancario italiano nel confronto europeo. In termini generali, restano condizione fondamentale il recupero di redditività e il completamento del processo di armonizzazione delle regole iniziato con l’Unione bancaria europea.
Nel frattempo, il settore ha proseguito nella sua capacità di innovazione e riorganizzazione anche attraverso il rinnovo del contratto nazionale di categoria, anch’esso caratterizzato da importanti elementi di novità sul versante dei costi e delle regole.
Questa la sintesi della ventitreesima del Rapporto ABI 2015 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Milano da Giuseppe Ghisolfi, Vice Presidente ABI, che fornisce un quadro della posizione competitiva del settore bancario italiano attraverso l’esame di numerose informazioni riferite alle risorse umane, alla loro gestione e al relativo costo.
Nel settore del credito italiano la stabilità del posto di lavoro è da sempre un valore fondamentale, come dimostrato dall’elevata incidenza dei contratti a tempo indeterminato (compresi gli apprendisti) che si attesta al 99%. Nonostante la lunga scia della crisi, il settore ha contenuto la contrazione degli organici nel biennio 2013-2014 (circa -1%). Tra le principali caratteristiche del personale bancario si confermano anche la qualità professionale in costante crescita (con il 37,3% di laureati) e il continuo aumento del personale femminile (44,7% sul complesso dei dipendenti).
Su fronte dell’analisi del posizionamento delle banche italiane in Europa – pur in un quadro di miglioramento della redditività – si confermano le difficoltà nelle quali continuano a operare, strette tra i problemi posti dalla crisi dell’economia reale – seppur con gradi d’intensità diversi tra paesi – e le crescenti pressioni regolamentari.
In questo senso, il costo del lavoro unitario dei gruppi italiani, pari a 78.300 euro, è in crescita del 5% rispetto al 2013 e superiore di 13.000 euro nel confronto con la media europea. Anche esaminando il rapporto fra costo del personale e margine di intermediazione il divario tra gruppi bancari italiani e media europea resta ancora molto elevato e pari a 8,5 punti percentuali (39% contro 30% medio europeo). Ancora più significativo è il gap con i concorrenti, ove si consideri il rapporto fra costo del personale e costi operativi: gli intermediari creditizi italiani, infatti, registrano uno dei più alti valori dell’indice in Europa, pari a 60,3%, quasi 10 punti percentuali sopra la media dei concorrenti.
Pur se fortemente stressate dalla prolungata debolezza dell’economia reale le banche in Italia hanno effettuato sforzi straordinari, senza ricorrere mai a fondi pubblici, con grandi accantonamenti a fronte dei costi della crisi e con aumenti di capitale, tutti privati, in attesa che un’adeguata redditività bancaria favorisca circuiti virtuosi. Il ritorno ad una redditività adeguata, quindi alla capacità di competere con successo su un mercato sempre più europeo ed internazionale e sempre più influenzato dalle pervasive influenze delle nuove tecnologie, ha come presupposto anche l’equilibrio delle grandezze del mercato del lavoro.
Ne consegue la necessità di una profonda trasformazione orientata in larga misura dai rapidi progressi nella digitalizzazione dei processi produttivi e della stessa relazione con la clientela. Per questo è tuttora in atto un vivace dibattito sui futuri assetti organizzativi e produttivi delle imprese bancarie: regole certe e condivise fra le Parti in materia di relazioni industriali contribuiranno ad affrontare le delicate tematiche sul tappeto, in un clima di massima serenità e responsabilità.
Alla presentazione del Rapporto da parte di Giancarlo Durante, Direttore centrale ABI responsabile Direzione sindacale e del lavoro, e Luigi Prosperetti, ordinario di politica economica – Università degli Studi di Milano; sono intervenuti Eliano Omar Lodesani, Presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro dell’ABI, e Arturo Maresca, ordinario di diritto del lavoro– Università degli Studi La Sapienza di Roma.