Interventi per l’occupazione e la coesione sociale

Audizione ABI – Ddl. n. 890 “Conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (Iva) e altre misure finanziarie urgenti”

Commissioni 6ª (Finanze e tesoro) e 11ª (Lavoro, previdenza sociale) del Senato
9 luglio 2013

​ABI desidera anzitutto ringraziare per l’opportunità di partecipare alla presente Audizione sul D.D.L. n. 890 “conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti”.Il testo normativo oggi in discussione è stato concepito in un contesto contrassegnato da una profonda crisi socio-economica che investe il nostro Paese ormai da diversi anni, i cui riflessi sul mondo del lavoro e sui livelli occupazionali richiedono interventi strutturali e di sistema.ABI tuttavia è consapevole che, in questa fase, considerate le limitate risorse economiche disponibili, siano state adottate scelte prioritariamente basate sul principio della sostenibilità.Nondimeno, proprio l’urgenza di affrontare una congiuntura economica così complessa e, per più aspetti, drammatica, dovrebbe indurre il Legislatore ad adottare scelte più incisive per un pieno rilancio delle dinamiche occupazionali in tutti i settori produttivi.Il contributo che ABI intende fornire, proprio nella consapevolezza che gli spazi di intervento appaiono oggi estremamente limitati, è pertanto finalizzato, nell’immediato, ad indicare possibili correttivi che, nella prospettiva appena delineata, possano risultare utili al perseguimento degli obiettivi di promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, e di coesione sociale cui il provvedimento tende.ABI rinnova comunque la propria fiducia verso le Istituzioni affinché, anche dopo l’approvazione del D.D.L. n. 890, affrontino in un’ottica complessiva le tematiche del lavoro, rinvenendo le risorse necessarie per l’adozione di misure che, da una parte, modifichino il rapporto tra flessibilità in entrata e in uscita definito dalla Legge n. 92 del 2012 e, dall’altra, tengano conto degli effetti della maggiore permanenza in servizio dei lavoratori conseguente alla riforma pensionistica di cui alla Legge n. 214 del 2011.In più occasioni ABI ha evidenziato, da ultimo anche nel confronto che ha preceduto l’emanazione del D.L. n. 76, come il vero problema del mercato del lavoro – al quale la riforma Fornero non ha fornito risposte sufficienti – sia determinato dall’ormai insostenibile incremento dei costi connessi all’utilizzo delle tipologie contrattuali più flessibili, che non risulta adeguatamente bilanciato dagli interventi di flessibilizzazione delle regole in uscita.Sotto altro profilo, ABI ha più volte evidenziato che la recente riforma pensionistica rende ancor più indispensabile l’introduzione di una regolamentazione che incentivi l’utilizzo dei contratti di solidarietà espansiva per favorire le assunzioni di giovani a fronte della riduzione dell’orario di lavoro di coloro che sono più vicini alla pensione.Le osservazioni di seguito esposte vanno ovviamente lette in stretta correlazione con le richieste già presentate da ABI al Ministro del Lavoro nel corso dell’incontro con le Parti sociali del 22 maggio 2013 ai fini di un confronto di cui si auspica la prosecuzione.

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