52.ma Assemblea annuale degli Associati“Signori Rappresentanti degli Associati, Autorità, Rappresentanti delle Istituzioni, della politica e dell’economia, Signore e Signori, rivolgo il mio saluto e ringraziamento a quanti hanno voluto accettare il nostro invito ad assistere alla cinquantaduesima edizione dell’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana. Un particolare e cordiale benvenuto va al Presidente del Consiglio e Ministro dell’economia, Prof. Mario Monti, e al Governatore della Banca d’Italia, Dottor Ignazio Visco. Vorrei rivolgere loro un caloroso e anticipato ringraziamento per le considerazionie le analisi che ci offriranno …”
” … Nelle settimane che hanno preceduto e seguito il vertice di Bruxelles del 28 e 29 giugno, sono state espresse autorevoli opinioni che vedono nel Presidente Monti e nell’azione del suo Governo un elemento di ritrovato equilibrio, per l’Europa e per l’Italia, su cui far leva per uscire insieme dalla crisi: le imprese bancarie italiane le condividono pienamente. Così come condividono quanto disse il Presidente dell’Acri Guzzetti al XXII Congresso di Palermo, nel ringraziare il Presidente Monti per aver restituito all’Italia il ruolo che le è proprio in Europa e nel mondo.Questo Governo non è mai stato “tenero” con le imprese bancarie, tanto che in ogni decreto legge abbiamo ritrovato misure nei nostri confronti certamente criticabili e che non trovano corrispondenze nel quadro normativo europeo, da ultimo l’accentramento ex abrupto delle tesorerie scolastiche. Ciò nonostante rinnoviamo all’Esecutivo il nostro pieno e convinto sostegno, sottolineando come i compiti che lo attendono e che attendono il Paese siano così impegnativi da rendere necessario il leale sostegno di tutti.Il sistema economico mondiale, l’Europa, e al suo interno l’Italia, sono affetti da una patologia grave che, anche se con intensità differenziata, ha la capacità di produrre esiti nefasti per tutti. Se non fossero contrastate con efficace prontezza, le conseguenze negative di una tale patologia non si limiterebbero alla sfera economica ma metterebbero a dura prova la coesione sociale e le forme democratiche degli Stati dell’Unione. Democrazia, infatti, oltre che regole è equilibrio economico e sociale; sarebbe un tragico errore immaginare che l’equilibrio democratico sia dato per sempre.Come ogni equilibrio è dinamico e ogni sua componente è necessaria al suomantenimento, la coesione sociale tanto quanto la stabilità dei conti pubblici. Occorre quindi perseguire all’unisono stabilità, crescita ed equità. Si tratta di una sfida del tutto inedita, che impone l’assunzione di nuove responsabilità alle parti sociali che dovranno saper coniugare, ancor di più che in passato, l’interesse dei rappresentati con l’interesse generale del Paese. Evitare ogni tentazione di scaricare sulle generazioni a venire lasoluzione dei problemi attuali è un obiettivo prioritario rispetto al quale tutti dobbiamo sentirci impegnati. La storia di questi anni ci insegna che il rinvio dei problemi, il loro occultamento attraverso la spesa pubblica, non fa che radicalizzarne i rischi e quindi il peso sociale degli stessi …”