“La sfida della sostenibilità”

(18 aprile 2023) Intervento del Presidente dell’ABI Antonio Patuelli all’apertura del Corso di Alta Formazione “La Sfida della sostenibilità”

I fini della sostenibilità sono quelli della lungimiranza delle compatibilità fra tutela della salute e dell’ambiente e potenzialità dello sviluppo. La lungimiranza sociale è indispensabile.
La miopia sociale è antitetica alla sostenibilità che deve prevedere ogni rischio ambientale e per la salute umana, ma non solo, ma anche per le inderogabili esigenze delle libertà e responsabilità insieme civili, economiche e sociali.
Sostenibilità è anche nuovo umanesimo.
Le sempre più nuove tecnologie debbono essere sostenibili e non stravolgere le prospettive della sostenibilità, a cominciare dai rapporti umani, in particolare da quelli di lavoro.
La sostenibilità è fini e metodi insieme: i fini sono ben indicati dalla sempre attualissima prima parte della Costituzione della Repubblica.
I metodi debbono vedere anteposte la sostenibilità attuale e prospettica, sostanzialmente a ogni decisione: la “prova di sostenibilità” deve essere intrinseca ai processi decisionali.
Per le banche “sostenibilità” ha poliedrici, quasi infiniti significati e doveri: negli investimenti sia del risparmio, sia nei prestiti, nella creazione di prodotti e servizi bancari e finanziari sempre sostenibili e nella verifica della sostenibilità dei progetti di imprese e famiglie che chiedono varie forme di prestiti alle banche.
In proposito le banche non possono fare tutto da sole: occorre che le Istituzioni fissino, aggiornino e controllino i parametri di sostenibilità che le banche dovranno verificare, non potendosi e non dovendosi dotare di alcuna forma di “polizia privata” per accertare i modus operandi di coloro a cui sono rivolti i prestiti.
Insomma, sostenibilità e legalità dovranno procedere sempre insieme e le banche, presidio avanzato di legalità, dovranno verificare la sussistenza e la completezza dei documenti che la legislazione indicherà come necessari.