Le prospettive dell’Europa

(6 ottobre 2017) Lectio magistralis del Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani presso la Sala della Clemenza, Palazzo Altieri in Roma

​Introduzione di Antonio Patuelli
Heri dicebamus: “Nuova Europa o neonazionalismo”.In questi mesi, fra gli europeisti, è prevalso solo chi ha operato “di contropiede” rispetto agli umori anti europeisti, frutto di un decennio di recessione economica e di eccessi burocratici che hanno logorato gli ideali europeisti.L’Europa è in un momento decisivo: i nazionalismi riaffiorano, dalla Brexit all’Est Europa, fino alla Spagna e alla Catalogna forse dimentiche del terribile Novecento vissuto.L’Europa non può limitarsi a difendere quello che è ed i grandi ideali che erano più decisivi quando il vecchio continente era diviso dalla “cortina di ferro”.Occorre una ripresa di iniziative istituzionali, anche con forte coinvolgimento dei popoli e degli Stati, per affermare non nuove burocrazie, ma nuovi doveri e diritti di cittadinanza europea, nuove possibilità per tutti di crescita civile, economica e sociale.Questa svolta può venire soprattutto dal Parlamento Europeo, proprio in questi mesi presieduto da un patriota europeista italiano.Il tempo è poco…

Il testo dell’introduzione

Lectio magistralis di Antonio Tajani
Voglio iniziare questa lectio con una nota citazione di Luigi Einaudi: “Milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, (…) sono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno”.
Einaudi ci fa capire una grande verità che va ben al di là della lotta, nata con l’umanità, tra chi intraprende e chi è capace solo di bloccare: fare impresa, essere banchiere, lavorare per realizzare qualcosa, è molto di più che fare soldi. E’ passione. E la passione non si misura con il denaro. E’ voglia di creare, di lottare per un mondo migliore, di essere parte di un progetto più grande. Come nel Vangelo, è fare fruttare i talenti ricevuti.
Anche il nostro senso di apparenza all’Unione europea va oltre un mercato o una moneta. E’, prima di tutto, un progetto di uomini e donne che riflette un’identità forgiata sulla libertà e sulla dignità della persona.
Quest’identità affonda le sue radici in tremila anni di una storia iniziata tra le isole dell’Egeo, lungo le coste del Mediterraneo. Prende forma, tra mito e leggenda, con la rivolta al dominio di Creta, l’uccisione del Minotauro, la bestia della tirannia, da parte di Teseo, futuro re di Atene.
Dopo gli argonauti in viaggio verso terre inesplorate, la leggenda continua con un altro principe greco, quello che forse più di ogni altro incarna l’anima europea …

Il testo della Lectio magistralis