L’eredità Di Raffaele Mattioli

(30 novembre 2023) Intervento del Presidente dell’ABI Antonio Patuelli all’evento “L’eredità Di Raffaele Mattioli”, Roma, 30 novembre 2023

Alta cultura economico-finanziaria ed umanistica, limpidi ideali di libertà e di responsabilità sociali, rigore nel metodo, intransigenza morale e coraggio: Raffaele Mattioli è uno dei principali “eroi civili” del mondo bancario italiano del terribile Novecento, protagonista della rinascita negli anni Trenta della Banca Commerciale Italiana dopo la grave crisi. Mattioli, infatti, divenne un grande innovatore del modo di far banca in Italia, mettendo insieme scienza economica, poliedrica cultura, esperienza bancaria, grande interesse alle nuove tecniche (quando non c’erano ancora le tecnologie), fiducia nel potere persuasivo della ragione e grande, costante impegno nel “fare i conti”, con la cultura della sana e prudente gestione, lasciando sempre da parte i preconcetti e costruendo pazientemente, pezzo per pezzo, un’economia bancaria molto sana e lungimirante, condizione essenziale per attività finanziarie che persuadano tutto il mondo produttivo a far sempre bene i conti.
In proposito Mattioli adottò convintamente il famoso “modulo 253”, preparato da Giovanni Malagodi, che divenne la molto innovativa base della riorganizzazione bancaria italiana. Esso, adottato poi anche dalle altre banche, già comprendeva un’esposizione sistematica di come si debba studiare un credito ordinario e determinarne la validità, la liquidità e la redditività per la banca che lo concede.
Le relazioni di Mattioli alle Assemblee della Banca Commerciale contenevano anche ragionamenti di ampio spessore e prospettiva, un po’ come le “Considerazioni finali” dei Governatori della Banca d’Italia.
Mattioli si tenne sempre lontano dall’impegno politico, fu però fra i maggiori protagonisti del sostegno alla Resistenza, come Alfredo Pizzoni del Credito Italiano, che fu Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI), e Stefano Siglienti, del Credito Fondiario Sardo, torturato dalle SS a Roma in via Tasso, poi, nel 1945, rifondatore della libera Associazione Bancaria Italiana.
Massimiliano Mainoni (molto vicino a Mattioli e responsabile della rappresentanza della Commerciale a Roma negli anni più duri della seconda guerra mondiale) ha anche documentato nei suoi diari il dettaglio dei finanziamenti di banche a varie componenti della Resistenza.
Diversi altri furono in quegli anni bui gli “eroi civili” del mondo bancario e finanziario, come Cesare Merzagora, presidente della Commissione centrale economica del CLNAI, e Anton Dante Coda, poi Presidente dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino.
Mattioli fu decisivo fin dagli anni Trenta nel costruire nella Banca Commerciale una dirigenza di forti e innovative capacità tecniche bancarie e di alti ideali di libertà, scegliendosi i suoi più diretti collaboratori in personaggi come Giovanni Malagodi e Antonello Gerbi, che dopo le leggi razziste del 1938 dovettero andare in operoso esilio in Sud America, e Ugo La Malfa.
Mattioli mise in salvo alla Commerciale anche personaggi non bancari come il giornalista e poeta (molti anni dopo Premio Nobel) Eugenio Montale, che me lo confidò.
Raffaele Mattioli era culturalmente molto vicino a Benedetto Croce col quale fondò a Napoli l’Istituto Italiano per gli Studi Storici che anche presiedette dopo la morte del filosofo.
Le grandi capacità bancarie, la sua indipendenza da tutti i potentati di ogni genere e il suo grande prestigio permisero a Mattioli di evitare condizionamenti e di rimanere alla guida della Banca Commerciale in contesti politici molto diversi, dagli anni del regime a quelli più drammatici della guerra, dalle grandi speranze e dall’impegno nella ricostruzione, al “miracolo economico” degli anni cinquanta e sessanta, fino ai primi anni settanta quando, un anno prima della morte, fu rimosso dalla Presidenza della Comit per opache manovre.
A cinquant’anni dalla morte, Raffaele Mattioli ci ha lasciato tanti sempre attuali insegnamenti, insieme bancari, culturali, morali e civili che rappresentano indirizzi sicuri su cui poggiare l’ulteriore crescita economica, civile e sociale di un’Italia europea che ragioni sempre con grandi orizzonti internazionali di pace e di prosperità.”

Antonio Patuelli
Presidente Associazione Bancaria Italiana