(16 febbraio 2015)Audizione del Vice direttore generale ABI Gianfranco Torriero presso le Commissioni riunite finanze a attività produttive della Camera
Illustri Presidenti, Onorevoli deputati,
in primo luogo, ringrazio vivamente a nome dell’ABI, del suo Presidente Antonio Patuelli e del Direttore Generale Giovanni Sabatini, per essere stati chiamati ad esprimere le nostre valutazioni sul disegno di legge di conversione del dl 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.
Il nostro testo è sostanzialmente suddiviso in due sezioni: nella prima si ricordano gli elementi essenziali del contesto economico e della congiuntura creditizia nel quale il Dl si colloca; nella seconda si offrono, da un lato, una valutazione generale delle nuove norme e, dall’altro, osservazioni più puntuali sui diversi profili su cui il Decreto legge interviene. E’ importante sottolineare preliminarmente che dal 4 novembre scorso ha preso avvio il Meccanismo di vigilanza unico (Mvu), primo pilastro del più ampio progetto di Unione bancaria che si completa con il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi e il Sistema di garanzia dei depositi.
Questo è l’inizio di un nuovo e più avanzato percorso che vede impegnato l’intero mercato bancario europeo e che richiede riflessioni importanti circa la necessità di “ragionare” d’ora in poi, a tutti i livelli – legislatori, imprese, banche – in termini europei.
Con la piena operatività dell’Unione Bancaria verranno meno le residue barriere nazionali, e il campo di concorrenza sarà unico, così come sarà unica l’autorità di vigilanza.
Questi e i prossimi mesi saranno, quindi, decisivi perché la vigilanza unica sviluppi con efficacia le sue iniziative. Ma la vigilanza unica ha compiti ancor più difficili da affrontare in presenza di normative molto diverse per le banche nei vari Paesi membri.
C’è, infatti, necessità ed urgenza di avere normative bancarie identiche in tutti i Paesi soggetti alla vigilanza unica: ciò è indispensabile innanzitutto per avere piena e identica certezza del diritto su materie così complesse che riguardano non solo le banche, ma anche i rapporti con le imprese e le famiglie. Quindi, per far svolgere pienamente alle banche il loro ruolo a supporto dell’economia reale occorre una certezza e stabilità delle regole.
E’ negativo il continuo terremoto regolatorio con attinenza agli indici patrimoniali come le recenti interpretazioni dell’Autorità bancaria europea che non rendono più computabili ai fini del patrimonio di vigilanza strumenti finanziari, quali gli strumenti finanziari subordinati che prevedono un ammortamento graduale.
Anche queste interpretazioni creano ulteriori difficoltà nel sostenere la crescita dei finanziamenti a famiglie e imprese, creano altresì difficoltà alle banche nelle loro politiche di definizione e gestione delle risorse patrimoniali; in sintesi, sono in contraddizione con gli stessi principi di sana e prudente gestione che deve caratterizzare l’attività bancaria.
Occorre dunque che si inizino al più presto i lavori per la realizzazione di un Testo unico bancario europeo e di un Testo unico della finanza ugualmente europeo senza i quali l’Unione Bancaria non può essere coerentemente completata.
Si tratta di riforme che non costano, mentre occorre anche considerare che sullo sfondo vi è la necessità di avere sempre presente che in un mercato così integrato i capitali si dirigono con grande rapidità verso i Paesi che hanno regole e tassazioni più convenienti nel medesimo mercato unico bancario e societario in genere.