Nove migranti in Italia su dieci sono titolari di conto corrente

L’evoluzione del processo di inclusione finanziaria dei cittadini immigrati,
che va di pari passo con il processo di integrazione nel Paese, non si è
arrestata durante la fase di debole congiuntura economica. Molti gli indici della
crescente “familiarità” con la banca. L’86% dei migranti adulti residenti in
Italia è titolare di conto corrente, in significativa crescita rispetto al 61%
del 2010. Raddoppiata dal 2010 la percentuale dei conti correnti con più di 5
anni, pari al 40% dei conti correnti intestati ai cittadini immigrati a fine
2013. Sempre più “evoluta” la relazione con la banca e innovativa la scelta dei
canali: con una incidenza pari al 40% nel 2013, l’utilizzo dell’internet
banking è raddoppiato dal 2010.Sono questi i principali dati che emergono dall’ultimo
rapporto dell’Osservatorio Nazionale
sull’Inclusione Finanziaria dei migranti, presentato alla giornata conclusiva del Forum CSR 2014 organizzato
dall’Associazione bancaria italiana (ABI) sui temi della responsabilità sociale.
Focus oggi sull’inclusione finanziaria dei migranti e sull’indagine dell’Osservatorio, arrivato al terzo
anno di attività.Prima esperienza nel panorama italiano ed
europeo, l’Osservatorio è un progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra
l’ABI e il Ministero dell’Interno, e gestito dal Centro Studi di Politica
Internazionale (CeSPI). L’Osservatorio intende fornire uno strumento di analisi
e monitoraggio costante e organico del fenomeno dell’inclusione finanziaria dei
migranti quale condizione necessaria per accelerare e rafforzare il processo di
partecipazione degli immigrati alla vita del Paese, e supportare gli operatori
del mercato nella comprensione del bisogni di questa fascia di popolazione e
nella definizione di strategie integrate per favorirne l’effettiva inclusione
finanziaria.L’immigrazione in Italia, al di
là della sua dimensione emergenziale legata prevalentemente ai conflitti in
corso in diverse aree del continente africano e nel Medio Oriente, ha ormai
assunto una dimensione significativa e radicata nel contesto sociale,
riguardando quasi 5 milioni di persone secondo l’ultima rilevazione Istat. Dall’indagine
dell’Osservatorio emerge come la graduale stabilizzazione della presenza degli
immigranti residenti in Italia – dal punto di vista dell’assetto familiare,
dell’insediamento abitativo e della situazione lavorativa – si accompagni
all’evoluzione dei bisogni finanziari e del livello di inclusione finanziaria. Emergono
così, attraverso l’analisi dell’evoluzione del fenomeno negli anni, profili di
integrazione anche finanziaria diversi e in rapida evoluzione.Tre le aree di indagine curata dal CeSPI: il lato
dell’offerta col coinvolgimento delle banche italiane (pari al 74% del totale
attivo del sistema, il 61% degli sportelli di sistema) e di BancoPosta; il lato
della domanda con approfondimenti che hanno coinvolto associazioni e comunità
di immigrati sul territorio nazionale; e l’imprenditoria tramite l’analisi
delle business community a titolarità immigrata.
La bancarizzazione dei migranti…Oltre 2,5 milioni il numero dei conti correnti presso banche e
BancoPosta intestati a cittadini immigrati delle 21 nazionalità (pari all’88%
dei migranti residenti in Italia) considerate nell’indagine dell’Osservatorio a
dicembre 2013, cresciuto di circa il 40% dal 2010. A fine 2012 secondo l’ultima
rilevazione disponibile, quasi nove cittadini immigrati su dieci sono titolari
di conto corrente (l’86%). Se il conto corrente conferma quindi il suo ruolo
quale punto d’accesso per il processo di inclusione finanziaria, cresce la
capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte da nuovi
prodotti finanziari che, pur non essendo perfetti sostituti del conto corrente,
consentono un’operatività ampia in tema di servizi di pagamento: secondo
l’indagine, sono oltre 1,1 milione le carte con Iban e le carte PostePay
offerte da BancoPosta, limitatamente ai migranti non titolari di un conto
corrente. A dicembre 2012 quindi, un cittadino immigrato senza conto corrente su
tre è titolare di una di queste carte (32,4%) con un incremento significativo
rispetto all’anno precedente quando l’incidenza era al 27,8%.
… per territorio e
nazionalità
Nazionalità e luogo di insediamento sono le variabili che mostrano la
maggiore correlazione con l’inclusione finanziaria e in modo particolare con il
profilo finanziario del cittadino immigrato. Le comunità dall’America latina
mostrano una familiarità con la banca più elevata rispetto alla media, seguiti
dalle comunità di origine europea e africana. Nel 2013, nel Nord Italia si
registra la maggiore parte dei titolari di conto corrente (68%), dato che va
letto coerentemente con la distribuzione della popolazione immigrata sul
territorio italiano concentrata soprattutto nell’area settentrionale; il 25%
dei bancarizzati al Centro, il 7% al Sud percentuale in crescita rispetto al
2010 (anche in relazione all’uso delle carte).
Il cliente evoluto…
Utilizza almeno sei prodotti bancari e ha una relazione “matura” con il
sistema finanziario, in risposta a una pluralità di esigenze che vanno oltre la
semplice custodia del risparmio e la concessione del credito, ma che riguardano
anche i pagamenti e una gestione più attiva del proprio patrimonio. È il
cliente “evoluto”, profilo più che raddoppiato in soli due anni, passando dal
9% del 2009 al 21% del 2011, legato ad una maggiore stabilità e al progredire
del processo di integrazione anche finanziario. Guardando il dato all’interno
dei soli titolari di un conto corrente, il peso del profilo evoluto diviene
ancora più evidente, passando dal 16% del 2009 al 32% del 2011.
… e sempre più “multicanale”
quasi totalità dei correntisti con più di uno
strumento per ciascun titolare. I libretti di deposito (bancari e postali)
vengono utilizzati da un immigrato su due. Rilevante l’incidenza dei servizi di
internet banking, che passa dal 22% del 2010 al 40% del 2013.