(1 dicembre 2015) In relazione a parziali e imprecise notizie circa presunti attesi interventi fiscali a favore delle banche ricollegati alla soluzione delle crisi di quattro banche, il Direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, sottolinea come il salvataggio delle banche in Amministrazione straordinaria, realizzato con il decreto legge del 22 novembre 2015, n. 183 e con le disposizioni della Banca d’Italia, si pone nel quadro della nuova disciplina europea definita dalla direttiva sul risanamento e risoluzione delle banche.
Tale insieme di norme pone obbligatoriamente a carico di tutte le banche operanti in Italia l’onere dell’intervento attraverso il versamento di onerosi contributi al fondo di risoluzione.
Tale materia non deve essere confusa con gli auspicabili interventi volti a superare le complessità tecnico giuridiche che derivano dalle bizzarrie dei principi contabili internazionali (Ias) che fanno discendere, dal solo annuncio di una futura variazione delle aliquote delle imposte dirette sulle imprese, una immediata penalizzazione per tutte le banche operanti in Italia che hanno iscritte in bilancio imposte differite attive (Dta); cioè per le banche italiane che, a differenza di quanto accade negli altri Paesi dell’Eurozona, hanno anticipato negli scorsi anni il pagamento di oneri fiscali e che, in assenza di correttivi, oggi vedrebbero ridotta la possibilità di recuperare tali crediti.
Per correggere queste bizzarrie giuridiche derivanti dai principi contabili internazionali è auspicata una apposita norma in legge di stabilità che non realizzi alcun “regalo” alle banche, ma eviti altre penalizzazioni alle banche operanti in Italia già pesantemente gravate dai salvataggi recentissimi.