Su economia Sicilia ricaduta ciclo nazionale ma credito tiene

(25 gennaio 2013) Nel 2012 il quadro macroeconomico della Regione sconta la mancata crescita generale e impatta sulla domanda di finanziamenti: 67 miliardi di euro ad ottobre per i principali segmenti produttivi. Sabato 26 gennaio al via la sesta tappa a Messina del Road Show Italia dell’ABI. La fotografia del settore bancario regionale e del sostegno a famiglie e imprese


​Nel corso del 2012 la Sicilia ha risentito del deterioramento del quadro macroeconomico nazionale, con ricadute negative nei principali settori. Le imprese industriali hanno registrato riduzioni del fatturato e degli ordinativi; l’incertezza delle prospettive dell’economia ha contenuto la propensione all’investimento. Nel settore edile si è realizzato un ulteriore calo del numero di ore lavorate e si sono accentuate le difficoltà del mercato immobiliare residenziale. Concentrando pertanto l’attenzione sull’evoluzione del credito, emerge che a fine ottobre 2012 i finanziamenti bancari destinati principalmente alle famiglie e alle imprese della regione hanno raggiunto circa 67 miliardi di euro: complessivamente, la recessione frena l’opportunità di investimenti e quindi di erogazione di risorse con una contrazione annua intorno all’1,2% rispetto al 2011 (trend comunque migliore rispetto alla media complessiva del Mezzogiorno a -2,6%). In particolare, alle imprese sono andati circa 31.3 miliardi e alle famiglie 28.7 miliardi, mantenendo i livelli dell’anno precedente.
I dati delineano un quadro nitido in vista dell’incontro di sabato 26 gennaio a Messina, sesta tappa – dopo Lecce – del Road Show Italia. L’iniziativa è stata avviata dall’Abi per raggiungere i territori, attraverso un modello di partecipazione diretta, e “spiegare” da vicino cosa fanno ogni giorno le Banche italiane per il Paese.
Pur in un contesto di difficoltà dell’economia reale, le banche sono state vicine alle imprese, convinte delle loro capacità di tenuta e delle potenzialità di crescita. In questo scenario, importante è un adeguato rapporto “banca – impresa”. Le imprese bancarie italiane, negli ultimi anni, hanno modificato il proprio modello organizzativo e di offerta nei confronti del mondo imprenditoriale, adeguandolo alle mutevoli esigenze delle imprese, specie di piccole e medie dimensioni. Allo stesso tempo le banche hanno sostenuto le famiglie, supportandole sia con la messa a disposizione di risorse finanziarie sia nei loro piani di investimento e nella gestione del risparmio.

Banche in Sicilia
La struttura del settore bancario regionale, secondo i dati più recenti, vede attive sul territorio 67 banche per un totale di 1.723 sportelli. Gli Atm (sportelli bancomat) sparsi sul territorio sono 2.392 unità; i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) 101.223. Nella regione i lavoratori bancari sono il 4,5% del totale nazionale di settore che ha toccato le 320.000 unità.

Finanziamenti a famiglie e imprese
I finanziamenti delle banche alle imprese locali (comprese le famiglie produttrici) hanno raggiunto circa 31.3 miliardi di euro a ottobre 2012, (-1% rispetto a ottobre 2011; -2,9% il Mezzogiorno); alle famiglie consumatrici sono andati 28.7 miliardi (-1,8% la variazione annua in linea col resto del Mezzogiorno).
A fronte dell’ampio sostegno a famiglie e imprese, il settore bancario sconta ancora la difficile congiuntura economica sul territorio con il risultato che a ottobre 2012 il rapporto sofferenze/impieghi ha raggiunto il 10,3%, con sofferenze pari a circa 7 miliardi di euro.
In questa fase di crisi, il consolidamento del rapporto tra banche e imprese ha prodotto risultati importanti: l’Avviso comune per la sospensione dei mutui ha rappresentato la prova più tangibile di quanto le banche siano vicine alle imprese. Lo scorso 28 febbraio 2012 è stata firmata una nuova intesa che delinea “Nuove misure per il credito alle Pmi”: in dettaglio, ai sensi di tale iniziativa le banche hanno sospeso fino a novembre 2012 quasi 59.500 finanziamenti a livello nazionale (che si aggiungono ai 260.000 dell’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011), pari a 19.6 miliardi di debito residuo (in aggiunta ai 70 miliardi dell’Avviso comune) con una liquidità liberata di 2.8 miliardi (oltre ai 15 miliardi di euro con l’Avviso comune). Alla Sicilia è riconducibile circa il 4,6% del totale delle operazioni sospese e 3,5% dell’ammontare complessivo delle quote capitali sospese.
Con la moratoria dei mutui alle famiglie, dal periodo di avvio della sospensione del rimborso delle rate di mutuo sino allo scorso novembre, le banche hanno sospeso circa 83.000 mutui, pari a 9.5 miliardi di debito residuo con una liquidità liberata di 592 milioni di euro. In Sicilia i contratti di mutuo che hanno usufruito di questa opportunità sono stati 4.746, il 5,7% del totale. Ciò significa una liquidità in più per le famiglie siciliane colpite dalla crisi pari a 29.8 milioni di euro, circa il 5% dell’ammontare complessivo sospeso.