Vigilanza prudenziale sugli enti creditizi

Audizione del Presidente ABI, Giuseppe Mussari
IV Commissione Finanze della Camera dei deputati
5 dicembre 2012

​Signor Presidente, Onorevoli Deputati,vorrei innanzitutto ringraziarVi dell’invito a presenziare a questo ciclo di Audizioni dedicato alle nuove proposte per consolidare l’unione economica e monetaria dell’Unione europea. Per l’Associazione bancaria italiana è un onore poter essere ascoltata su temi di grande rilevanza per le prospettive economiche del Paese; e non vi è dubbio che le proposte di cambiamenti regolamentari di fronte ai quali oggi ci troviamo vadano considerati con grande riguardo per le possibili ricadute sulla stabilità finanziaria dello Stato e, di conseguenza, sulle fonti di finanziamento di famiglie e imprese e quindi sulla crescita economica.Con la Banking union si vuole creare un meccanismo unico di supervisione (sistema europeo di vigilanza) in grado di prevenire le crisi bancarie e laddove si verifichi la crisi di una istituzione intervenire in modo che la crisi non si propaghi fino a divenire sistemica. Quattro sono dunque i pilastri su cui poggia il sistema: le regole, la supervisione, la garanzia dei depositi, il meccanismo di risoluzione delle crisi. Poiché le regole, sulla base delle direttive sono già armonizzate, la proposta di unione bancaria si focalizza sulla centralizzazione della vigilanza, su un meccanismo di risoluzione delle crisi e su un sistema di garanzia dei depositi.Occorre essere consapevoli che creare un unione bancaria è un passo di grande rilievo con maggiori implicazioni non solo rispetto all’integrazione finanziaria dei paesi dell’area Euro ma anche rispetto alle finanze pubbliche, alla governance europea e, in ultima analisi, all’integrazione politica. L’unione bancaria non puo’ essere considerata come disconnessa dall’unione fiscale e dall’unione politica non e’ solo un problema tecnico.A titolo di esempio è il tema dell’assicurazione dei depositi. Il fondo di garanzia dei depositi – necessario per evitare i cd bank run – indipendentemente dalle caratteristiche e dalle dimensioni per essere in grado di svolgere la sua funzione deve avere qualche forma implicita o esplicita di garanzia pubblica poiché in casi estremi di crisi potrebbe non essere capiente. E’ evidente allora che se parliamo di un fondo di garanzia europeo viene immediatamente in campo il tema della ripartizione delle perdite e di una loro eventuale mutualizzazione tra gli Stati membri partecipanti. E’ allora di tutta evidenza la necessità di una forte volontà politica a sostegno di questo progetto.Un’ulteriore considerazione preliminare riguarda gli obiettivi che con il progetto di banking Union si ntendono perseguire:

  • Garantire la stabilità monetaria nell’area dell’Euro
  • Preservare l’integrità del mercato unico

I due obiettivi macro riguardano due diversi insiemi di Stati membri, infatti il primo riguarda solo i paesi dell’area Euro, il secondo invece tutti i 27 Paesi dell’Unione europea. Da ciò deriva anche che, in alcuni casi, i due obiettivi possono non essere perfettamente in linea tra loro. Da ciò deriva anche che a seconda dell’ambito geografico (solo paesi dell’area euro, ovvero tutti i 27 stati membri dell’Unione europea) sul quale l’Unione bancaria estenderà i suoi (positivi) effetti vi saranno ordini differenti di problemi da risolvere. Ho organizzato la mia relazione in due parti, a cui seguono brevi conclusioni. Nella prima parte percorrerò l’iter del pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea, sottolineandone ad un tempo i mutamenti intervenuti, i punti problematici ancora aperti e le possibili soluzioni maturate in ambito interassociativo. Svilupperò poi qualche considerazione sulle riforme che dovranno essere perseguite per completare l’unione bancaria.

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