La Relazione del Presidente dell’ABI | [11/07/2012]

52.ma Assemblea annuale degli Associati“Signori Rappresentanti degli Associati, Autorità, Rappresentanti delle Istituzioni, della politica e dell’economia, Signore e Signori, rivolgo il mio saluto e ringraziamento a quanti hanno voluto accettare il nostro invito ad assistere alla cinquantaduesima edizione dell’Assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana. Un particolare e cordiale benvenuto va al Presidente del Consiglio e Ministro dell’economia, Prof. Mario Monti, e al Governatore della Banca d’Italia, Dottor Ignazio Visco. Vorrei rivolgere loro un caloroso e anticipato ringraziamento per le considerazionie le analisi che ci offriranno …”

” … Nelle settimane che hanno preceduto e seguito il vertice di Bruxelles del 28 e 29 giugno, sono state espresse autorevoli opinioni che vedono nel Presidente Monti e nell’azione del suo Governo un elemento di ritrovato equilibrio, per l’Europa e per l’Italia, su cui far leva per uscire insieme dalla crisi: le imprese bancarie italiane le condividono pienamente. Così come condividono quanto disse il Presidente dell’Acri Guzzetti al XXII Congresso di Palermo, nel ringraziare il Presidente Monti per aver restituito all’Italia il ruolo che le è proprio in Europa e nel mondo.Questo Governo non è mai stato “tenero” con le imprese bancarie, tanto che in ogni decreto legge abbiamo ritrovato misure nei nostri confronti certamente criticabili e che non trovano corrispondenze nel quadro normativo europeo, da ultimo l’accentramento ex abrupto delle tesorerie scolastiche. Ciò nonostante rinnoviamo all’Esecutivo il nostro pieno e convinto sostegno, sottolineando come i compiti che lo attendono e che attendono il Paese siano così impegnativi da rendere necessario il leale sostegno di tutti.Il sistema economico mondiale, l’Europa, e al suo interno l’Italia, sono affetti da una patologia grave che, anche se con intensità differenziata, ha la capacità di produrre esiti nefasti per tutti. Se non fossero contrastate con efficace prontezza, le conseguenze negative di una tale patologia non si limiterebbero alla sfera economica ma metterebbero a dura prova la coesione sociale e le forme democratiche degli Stati dell’Unione. Democrazia, infatti, oltre che regole è equilibrio economico e sociale; sarebbe un tragico errore immaginare che l’equilibrio democratico sia dato per sempre.Come ogni equilibrio è dinamico e ogni sua componente è necessaria al suomantenimento, la coesione sociale tanto quanto la stabilità dei conti pubblici. Occorre quindi perseguire all’unisono stabilità, crescita ed equità. Si tratta di una sfida del tutto inedita, che impone l’assunzione di nuove responsabilità alle parti sociali che dovranno saper coniugare, ancor di più che in passato, l’interesse dei rappresentati con l’interesse generale del Paese. Evitare ogni tentazione di scaricare sulle generazioni a venire lasoluzione dei problemi attuali è un obiettivo prioritario rispetto al quale tutti dobbiamo sentirci impegnati. La storia di questi anni ci insegna che il rinvio dei problemi, il loro occultamento attraverso la spesa pubblica, non fa che radicalizzarne i rischi e quindi il peso sociale degli stessi …”

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La Relazione del Presidente dell’Associazione bancaria, Giuseppe Mussari

L’agenda digitale del settore bancario italiano | [05/07/2012]

L’Agenda Digitale proposta dall’Associazione bancaria italiana rappresenta il contributo del settore bancario al programma di digitalizzazione del Paese. Le iniziative che vi sono contenute hanno l’obiettivo di contribuire ad accelerare questo programma facendo leva sul processo di digitalizzazione già in atto nell’industria bancaria e si inseriscono nel quadro delle iniziative programmatiche del Governo, favorendo positive ricadute sull’intera economia nazionale.

L’industria bancaria ritiene che gli obiettivi dell’Agenda digitale possano essere raggiunti solo se, attraverso un’azione concertata, tutte le parti interessate (Governo, Pa, imprese, …) sono disposte ad investire nella rimozione dei vincoli che oggi ostacolano la digitalizzazione dei settori economici del Paese. Dal lato suo, l’industria bancaria crede fortemente nei benefici derivanti dalla Digitalizzazione, come dimostrano gli sforzi messi in campo a livello associativo e i 20 miliardi di euro2 che, nell’ultimo quinquennio, le singole banche hanno investito per la dematerializzazione dei processi, l’introduzione di nuove tecnologie in filiale e la creazione di nuovi canali di relazione.Il presente documento si articola in 2 sezioni, con caratteristiche differenti:

  • Agenda Digitale del settore bancario italiano: in questa prima sezione sono descritte brevemente le iniziative promosse, i benefici attesi per il Sistema Paese e gli specifici interventi suggeriti.
  • Appendici – Modalità di attuazione delle iniziative dell’Agenda Digitale del settore bancario italiano: in questa sezione le iniziative vengono descritte con maggiore profondità, con riferimento specifico alla loro implementazione e ai successivi possibili sviluppi.

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Contributo del settore bancario italiano al programma di digitalizzazione del Paese

I tagli non sono una risposta | [30/06/2012]

Intervista a Francesco Micheli, Presidente del Comitato sindacale e del lavoro ABI
di Ildegarda Ferraro
 “Io sono ottimista anche se ogni giorno c’è un nuovo problema, perché sono sicuro che questo stato di cose non può durare. Credo in una coscienza sociale complessiva che è proiettata verso il futuro». Chi è ottimista, ma vede uno scenario in cui le difficoltà aumentano giorno dopo giorno, è Francesco Micheli, Presidente del Comitato sindacale e del lavoro dell’ABI, che ha guidato la delegazione per il contratto, oltre che banchiere impegnato in Intesa Sanpaolo …”

​”…c’è molto da fare. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Far scendere il nuovo modello nella contrattazione di prossimità». E ancora: “I tagli non possono essere una risposta in sé. Il taglio va bene se è strumentale a superare dei momenti contingenti. Dopodiché si devono fare altre valutazioni. È il sistema organizzativo che entra in ballo. Quello che conta è trovare soluzioni coerenti con un mondo che cambia, in cui la vita diventa più lunga e occorre sapere mettersi sempre in gioco per affrontare il cambiamento ed essere pronti alle sfide nuove che ci aspettano”. Un anno duro alle spalle e un altro pesante davanti.Un contratto molto innovativo chiuso a gennaio, passato alle assemblee entro aprile, una lunga trattativa per la riforma del mercato del lavoro. In prospettiva davanti mesi difficili. Costante il confronto con il sindacato.«Nella gestione della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro i sindacati hanno ottenuto grandi risultati. Da negoziatore devo dare atto che sono stati bravissimi e hanno portato a casa quanto potevano». È un giudizio su una trattativa specifica e recente, ma Micheli non ha mai lesinato i riconoscimenti alle controparti negoziali. Camicia bianca d’ordinanza, Micheli ha la reputazione di un negoziatore pragmatico, duro ma di grande equilibrio, uno che non gioca su più tavoli o che non punta a spaccare il sindacato.Dall’altra parte lo guardano con il rispetto che si ha per la controparte con cui confrontarsi ma in fondo anche comprendersi. Sarà che tutti aspiriamo a un «buon nemico per la vecchiaia» seguendo l’aforisma di Ennio Flaiano. Oppure potrebbe trattarsi di una forma particolare della sindrome di Stoccolma, per cui sequestrati e sequestratori si sentono legati da sentimenti positivi. Micheli è convinto che sia buona la prima, quella del «buon nemico per la vecchiaia».Mi è capitato di sentire raccontare da un sindacalista dei suoi trascorsi come giovane calciatore, dando di lui un’immagine diversa. Devo dire che vale anche il contrario, visto che l’ho sentito parlare di tempi eroici in cui lavorava in un’azienda nella Tiburtina Valley, dove si trovò a dover gestire tagli e licenziamenti di persone con cui aveva anche fatto i turni di notte. «Bisogna anche saper gestire il conflitto”.Ogni tanto emerge dalle strategie anche questo, ma è proprio di chi pensa che sia un’eccezione. Insomma, l’idea che se ne ricava è che per un negoziatore l’arte della guerra è di fondo l’arte della pace, dove quello che conta è negoziare bene per raggiungere un punto d’equilibrio stabile e conveniente per tutti.”

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Intervista di Francesco Micheli Presidente del Comitato sindacale e del lavoro ABI

Riforma del mercato del lavoro | [19/06/2012]

Audizione del Direttore generale dell’ABI, Giovanni SabatiniXI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera 
19 giugno 2012

Premessa

A tratto generale, riteniamo che il disegno di legge in discussione non risulti sufficientemente bilanciato sui due versanti: ad una significativa limitazione delle tipologie contrattuali più flessibili non fa riscontro un assetto altrettanto flessibile ed adeguato delle regole in uscita.Molte delle misure previste, infatti, si tradurrebbero in un aggravio di costi per le imprese, senza le auspicate facilitazioni sul piano delle politiche attive del lavoro e della flessibilità di utilizzo del personale. Sembra prevalere nell’impianto normativo un’impostazione “prescrittiva” che, inasprendo regole e controlli, rivela la diffidenza verso la capacità delle imprese di “autogestirsi” responsabilmente.La posizione complessiva di ABI sul testo della riforma è stata illustrata nell’audizione in Senato del 12 aprile ed è espressa nei dettagli nel documento presentato il 17 aprile 2012, insieme ad altre Organizzazioni datoriali: proposte che, salvo che per alcuni aspetti, non hanno trovato accoglimento e che, a nostro avviso, conservano ancora oggi la loro validità.Auspichiamo, pertanto, che codesta Commissione esprima una valutazione che tenga conto dell’assoluta necessità di non perdere un’ occasione storica per contribuire, con regole del mercato del lavoro efficaci e moderne, ad uscire dalla grave situazione di crisi economica ed occupazionale del nostro Paese.In questa Sede peraltro, tenendo doverosamente conto della fase  parlamentare nella quale si colloca l’odierna audizione e dell’urgenza più volte richiamata dal Governo di chiudere in fretta l’iter parlamentare, riteniamo opportuno limitare le nostre osservazioni ad alcuni obiettivi essenziali:

  • incrementare la flessibilità in ingresso con ulteriori interventi sui contratti di apprendistato, di inserimento/reinserimento, a tempo determinato;
  • chiarire, in tema di licenziamenti individuali per motivi economici, quanto meno, i criteri cui il giudice si dovrà attenere nella scelta fra indennizzo e reintegra, al fine di assicurare maggiore certezza nell’applicazione delle regole;
  • semplificare, in materia di licenziamenti collettivi, tempi e contenuti delle procedure previste dalla legge n. 223 del 1991, lasciando che, in caso di accertata illegittimità, operi una sanzione esclusivamente indennitaria;
  • rimodulare gli oneri contributivi a carico delle imprese per evitare riflessi negativi sull’occupazione e sul costo del lavoro in controtendenza rispetto agli scopi della riforma.

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Audizione ABI presso la Commissione lavoro pubblico e privato

Anagrafe tributaria e federalismo fiscale | [14/06/2012]

Audizione del Direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini
Commissione parlamentare di vigilanza sul’anagrafe tributaria

14 giugno 2012

Premessa
Nell’Anagrafe tributaria sono censiti tutti i soggetti in possesso di codice fiscale, siano essi persone fisiche o meno. Nell’Anagrafe tributaria confluiscono i dati relativi alle dichiarazioni fiscali, alle denunce presentate presso gli uffici finanziari, alle attività ed operazioni degli operatori finanziari, alle utenze energetiche e telefoniche, agli accertamenti fiscali e molti altri ancora. Gli operatori finanziari sono destinatari di molteplici obblighi di segnalazione all’Anagrafe tributaria, sia nella qualità di soggetti tenuti per legge ad assolvere determinati obblighi fiscali per conto di terzi soggetti (c.d. sostituto d’imposta) sia in merito alla tipicità dell’attività svolta, relativamente alla quale il legislatore ha delegato numerose funzioni di supporto all’attività erariale, disponendo obblighi di applicazione del prelievo tributario, del versamento delle imposte nonché della rendicontazione di tali attività mediante presentazione di apposite dichiarazione annuali. Il conferimento da parte del fisco di numerosi e complessi compiti a carico degli operatori finanziari si è tradotto per lo Stato in un notevole risparmio di costi che altrimenti si sarebbero dovuti sostenere per le risorse umane e per i mezzi da utilizzare. L’entità del fenomeno è ragguardevole se soltanto si considera il livello qualitativo del servizio prestato in termini di professionalità dedicate, di sofisticazione dei processi informativi utilizzati e da ultimo della qualità delle informazioni segnalate.In proposito è stato più volte rappresentato come la gestione dell’attività degli operatori finanziari sia soggetta ad una variegata serie di adempimenti e di obblighi di segnalazione non soltanto ai fini tributari ma anche ai fini di vigilanza e di prevenzione e contrasto alle attività illecite che rendono totalmente insostituibile l’utilizzo di apposite procedure informatiche le quali, in considerazioni dei dati trattati, richiedono accorgimenti ed implementazioni onerose. Completano tale quadro le gravose conseguenze, in termini di sanzioni, sia amministrative che penali, previste per le irregolarità commesse nell’assolvimento degli adempimenti posti a carico dalla normativa.

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Audizione ABI presso la Commissione parlamentare di vigilanza

Decreto legge liberalizzazioni | [04/04/2012]

Audizione del Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari
X Commissione del Senato della Repubblica

4 aprile 2012

Premessa
Il tema oggetto dell’incontro a cui ci chiama questa Commissione è connesso all’approvazione del Dl 29 del 2012 che ha corretto il decreto liberalizzazioni legittimando le Commissioni bancarie sulla concessione di linee di credito che l’originario art. 27-bis aveva azzerato disponendo la nullità di tutte le clausole in merito.​Intendiamo approfittare di questa occasione per esprimere apprezzamento per l’approvazione di questo provvedimento, ma anche per aprire una riflessione profonda sul ruolo delle banche nell’economia italiana, la cui percezione è oggi, a nostro avviso, fortemente distorta. Riteniamo, infatti, che sia opportuno che cresca la consapevolezza sugli stretti legami tra il ruolo delle banche e gli sviluppi correnti della regolamentazione che rischiano di ridurre ulteriormente, in una prospettiva di medio termine, le possibilità di finanziamento dell’economia e che si configurano pertanto come criticità non soltanto per le banche in quanto tali, ma per l’intera economia nazionale. 

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Audizione ABI presso la Commissione industria, commercio, turismo del Senato

Le banche al tempo della crisi | [28/02/2012]

Intervista a Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’ABI
di Ildegarda Ferraro​

​Un quadro complesso in cui le banche sono in prima fila. Gli incontri sul territorio, il credito, i fondi della Bce. E ancora: l’esercizio dell’Eba (European banking authority), che ha chiesto alle banche di rafforzarsi patrimonialmente; Basilea e che cosa significherà per le banche; le agenzie di rating, i cui giudizi impattano sui paesi e sulle banche. Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’ABI, parla a tutto campo, senza dimenticare il dibattito sulle liberalizzazioni e i sacrifici chiesti alle banche, non meno reali di quelli degli altri settori economici.

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Intervista al Direttore generale ABI Giovanni Sabatini

Dalla crisi si esce insieme | [31/01/2010]

Intervista a Tancredi Bianchi
di Ildegarda Ferraro

“Impegnarsi per costruire un’Europa unica anche politica, ma non dimenticare ogni tanto di leggere poesie. E ricordarsi di fare il proprio mestiere, non altri». E ancora: “Tra banche e imprese è più quello che unisce che quello che divide. Le banche debbono vendere stima e fiducia, mentre le imprese devono lasciarsi alle spalle il capitalismo familiare …”

​Sono solo alcuni degli spunti che Tancredi Bianchi, professore, banchiere, e “grande vecchio” italiano lancia in questa intervista a 360 gradi. “L’Italia ha bisogno di una nuova classe dirigente, il Sud non deve tradire se stesso, mentre il Nord non può dimenticare che “l’unione fa la forza” e che da soli si fa una fatica tremenda e non si raggiunge l’obiettivo”.

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Intervista a Tancredi Bianchi

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