Eccellentissimi Capitani Reggenti.
Onorevoli Segretari di stato e membri del Consiglio grande e generale,
Eccellenze, Signore e Signori,sono pienamente consapevole dell’onore che mi è concesso di essere l’Oratore ufficiale all’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti con i quali mi congratulo vivamente.L’emozione mi deriva innanzitutto dalla conoscenza della Vostra illustre storia, per il ruolo anticipatore che per secoli avete espresso con il modello di istituzioni repubblicane che ha rappresentato un sogno secolare per tanti italiani e un mito innanzitutto per la vicina Romagna prima della proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946.Ho viva la consapevolezza del ruolo anticipatore della Vostra Repubblica nella solidarietà sociale e nei diritti civili, come per l’abolizione della pena di morte fin dal 1848.Non potrò mai dimenticare il coraggioso ruolo di San Marino per il Risorgimento italiano, con la generosa ospitalità verso tanti esuli e soprattutto con il decisivo salvataggio di Giuseppe Garibaldi e, in Garibaldi, del sogno di indipendenza e libertà.Luigi Carlo Farini, medico, scienziato, patriota e poi Statista, scrisse che allora, in quel luglio 1849, dopo la sconfitta definitiva nella prima guerra d’Indipendenza e la caduta della Repubblica Romana, per Garibaldi “toccare San Marino era ardua impresa; asprissimi inesplorati sentieri, fitti boschi, torrenti impetuosi, e non solo gli Austriaci che scendevano dall’Appennino toscano alle spalle, ma a fronte, a costa, quelli che di Romagna incalzavano.Camminò Garibaldi tutto il giorno 29; fu a Macerata Feltria da sera; il dì seguente occupò Pietra Rubbia; ripreso il cammino, corse il rischio di smarrirsi pei boschi.Ma, aggiunse Farini, a mezzo giorno del 31 luglio giunse colle sue genti a San Marino, ove pubblicò questo manifesto: “Soldati, noi siamo giunti sulla terra di rifugio, e dobbiamo il miglior contegno ai generosi ospiti; così avremo meritata la considerazione che è dovuta alla disgrazia perseguitata. Io svincolo qui da ogni obbligo -aggiunse Garibaldi a San Marino- i miei compagni lasciandoli liberi di tornare alle case loro: ricordino che l’Italia non deve restare nell’obbrobrio, e che meglio è morire che vivere schiavi dello straniero.”Sono consapevole dei tanti problemi strategici e di buon vicinato anche finanziario e di collaborazione economica che insieme Italia e San Marino hanno superato, in spirito di concordia, fin dal maggio 1860, dai primi giorni successivi ai Plebisciti che decisero l’unificazione degli antichi Stati che allora confinavano con la Vostra Repubblica, come l’ex Granducato di Toscana e le vecchie Legazioni pontificie delle Romagne, quando l’allora Primo Ministro della nascente Italia unita, Camillo Cavour, si rivolse ai Vostri Capitani Reggenti per proporre collaborazione reciproca.Rivivo la gratitudine di generazioni di italiani, innanzitutto di romagnoli, per la coraggiosa ospitalità fornita dalla Vostra Serenissima Repubblica nei mesi più difficili e tragici della seconda Guerra Mondiale, come ha emblematicamente descritto Sergio Zavoli.Con queste indelebili consapevolezze, dopo le fasi dei recenti anni di complesse relazioni finanziarie fra l’Italia e la Vostra Repubblica, ho vissuto in questi ultimissimi anni con particolare apprezzamento il percorso di superamento di quelle problematiche, che ora sono alle spalle, che derivavano innanzitutto dalle particolarissime e complesse peculiarità giuridiche della piena unione doganale e valutaria fra San Marino e l’Italia che evidenziavano contemporaneamente le problematiche di non totale uniformità giuridica fra uno Stato pienamente inserito nei vincoli dell’Unione Europea, come l’Italia, e la Vostra Repubblica che non ne fa parte con pienezza, ma ha con essa una serie di Accordi.Peraltro la Vostra Serenissima Repubblica fa parte di tanti fondamentali organismi internazionali ed è integrata in decisivi organismi di funzionamento del mercato come il Sistema europeo dei pagamenti (Sepa).Apprezzo le Vostre scelte decise ed anche coraggiose di questi anni, in particolare nel diritto dell’economia, per la trasparenza dei e nei mercati, nella lotta al riciclaggio e all’evasione fiscale.Apprezzo anche talune scelte particolarmente decise che la Vostra Repubblica ha compiuto di recente come le confische dei libretti al portatore sprovvisti di “adeguata verifica”.Ammiro la limitatezza del Vostro debito pubblico che mette la Vostra economia complessivamente in condizioni molto competitive nel contesto europeo.Ora tutti viviamo un momento particolarmente difficile e decisivo per la libertà e il progresso dei nostri popoli minacciati da sempre più vicine guerre e guerriglie terroristiche. Infatti, sono sempre più vicini nel Mediterraneo i rumori di guerra e l’Europa è ripetutamente colpita da stragi. In una fase così complessa, occorre riaffermare con convinzione e non allentare la pienezza dei doveri e diritti di libertà costituzionali sui quali si basano le nostre Repubbliche. Il momento è anche decisivo per le prospettive di tutti i popoli e gli Stati d’Europa. Infatti, quasi un decennio di grave crisi economica e delle sue conseguenze, pur ora in un clima di ripresa, e i forti flussi migratori da Sud verso Nord rimettono in discussione conquiste di libertà come la libera circolazione delle persone in Europa che è strettamente collegata con la libera circolazione delle merci e dei capitali. La nascita dell’Unione bancaria europea, dopo il consolidamento dell’Euro come moneta comune, rappresenta una sfida decisiva per l’avvenire complessivamente delle economie, di cui le Banche sono gli indispensabili anelli di connessione, e per il benessere dei popoli.E’, quindi, in discussione il futuro stesso dell’Europa dopo settant’anni di pace in crescente libertà.Sono anche in discussione i principi di uguaglianza dei doveri e dei diritti dei cittadini d’ogni parte d’Europa.L’Unione europea deve, infatti, crescere non solo come un mercato aperto, ma innanzitutto come Istituzione garante di preventiva interdizione verso ogni rischio di disparità competitiva nella indispensabile uguaglianza dei punti di partenza dei cittadini e delle imprese di ogni genere nel mercato libero e regolato dell’Europa unita.Il processo ottocentesco di unificazione nazionale italiana ha prodotto grandi risultati, ma anche non ha risolto le forti sperequazioni fra le varie zone d’Italia, nonostante che le giovani Istituzioni nazionali di allora, appena unite dal Risorgimento, anteposero l’unificazione costituzionale e normativa che realizzarono in pochissimi anni.L’Unione europea oggi soffre innanzitutto la mancanza di una Costituzione che definisca doveri e diritti di tutti e di ciascuno.L’Europa soffre delle sperequazioni, fra mercato unico, moneta unica e incompleta unione bancaria, quando mancano norme uniche e non flessibili sulle fondamentali tematiche finanziarie, bancarie, del diritto societario, fallimentare e penale dell’economia.Se queste importanti contraddizioni non saranno superate in tempi ragionevoli, non nascerà la nuova Europa del dopo grande crisi, ma esploderanno ancor più forti le spinte neonazionaliste che potranno spigionare anche gravi rischi di nuove tendenze autoritarie.Queste sono questioni decisive che vedono al centro innanzitutto la nascente e complessa Unione bancaria europea e rimettono in discussione tutti i fondamentali risultati raggiunti in questi decenni che vengono scossi quotidianamente innanzitutto, ma non solo, dall’emergenza immigrazione.
Eccellentissimi Capitani Reggenti,
Onorevoli, Eccellenze,
Signore e Signori,
di fronte a queste nuove sfide a cui non ci si può sottrarre, confido che le Istituzioni e gli organismi economici delle nostre due Repubbliche possano sviluppare, sempre più, assieme anche nell’Unione Europea, dei percorsi paralleli che diano convergenti impulsi per garantire la pienezza delle libertà e dell’uguaglianza delle condizioni di partenza nella competitività della vita economica nella quale occorre progredire insieme.Gli ideali di libertà che ci accomunano ci impongono sempre nuove responsabilità per il progresso della civiltà in ogni sede, sia per sempre nuovi diritti e doveri, come in ambito bancario e finanziario, per una sempre maggiore fiducia verso gli organismi finanziari, sulla base di forme di trasparenza al tempo stesso complete e più “semplici” per tutti e con un ripensamento dei nuovi meccanismi di “salvataggio interno” (bail in) delle banche che in varie parti d’Europa, e di recente in Italia, hanno mostrato molti limiti ed anche contraddizioni con l’articolo 47 della sempre vigente Costituzione della Repubblica Italiana che, senza equivoci, dispone che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme….”. In nome di questi alti ideali, sono particolarmente onorato e lieto di essere qui ad auspicare ancor più intensi obiettivi di collaborazione innanzitutto bancaria e finanziaria fra San Marino e l’Italia, nell’Unione Europea e in un mondo sempre più globalizzato.
Grazie.
Antonio Patuelli